Italia, Filippo Pozzato ritiene che “Jonathan Milan o Andrea Bagioli” potrebbero essere i prossimi italiani a vincere una Monumento

Chi sarà il prossimo corridore italiano a conquistare una Classica Monumento? Se quest’anno, per il secondo anno di fila, l’Italia non è riuscita a vincere una delle cinque corse di un giorno più importanti, con l’ultimo successo che risale ormai alla Parigi-Roubaix 2021 di Sonny Colbrelli, sono comunque arrivati due piazzamenti importanti grazie ai secondi posti di Filippo Ganna e Andrea Bagioli a Milano-Sanremo e Lombardia. Proprio il 24enne valtellinese è, assieme al futuro compagno di squadra Jonathan Milan (entrambi correranno infatti con la Lidl-Trek nel 204), uno degli azzurri che potrebbe conquistare una Monumento (o, per lo meno, lottare per la vittoria) nelle prossime stagioni secondo Filippo Pozzato.

“Chi può riportare l’Italia a vincere una Monumento? Jonathan Milan o Andrea Bagioli – ha dichiarato l’ex corridore vicentino a GCNMilan per la Milano-Sanremo o la Parigi-Roubaix. Quest’anno, prima della Milano-Sanremo, il mio favorito era Milan, ma una settimana prima si è ammalato. Credo che il passaggio alla Lidl-Trek possa fargli bene. Mi piace molto Milan, è un bravo ragazzo, con i piedi per terra, non è stupido, è intelligente. L’ho visto fare degli sprint non normali, ed è anche molto giovane”.

Secondo sul traguardo di Bergamo dopo un finale di stagione nel quale ha conquistato il Gran Piemonte e ha chiuso al terzo posto la Coppa Bernocchi, Bagioli è l’altro corridore che Pozzato identifica come futuro protagonista delle classiche: “Mi ha sorpreso vedere Bagioli sul podio del Lombardia. Pensavo che sarebbe stato tra i primi cinque. So che è molto forte perché avevo parlato con il suo allenatore la settimana prima”.

Il vincitore della Milano-Sanremo 2006 ha quindi sottolineato i problemi dell’Italia nel trovare corridori di livello che possano competere stabilmente con i migliori nelle classiche: “Il livello non è buono perché non abbiamo tesserati. Ad esempio, a Vicenza avevamo un sindacato di 120 corridori, ora ne abbiamo solo 20. Con quella quantità non è possibile ottenere la qualità”.

Altre nazioni, però, avevano numeri piccoli negli scorsi anni, ma ora sono ai vertici del ciclismo e potrebbero quindi essere prese ad esempio: “La Gran Bretagna in passato aveva solo due corridori e ora ha una delle migliori squadre al mondo. L’Australia aveva un corridore e ora ha una squadra WorldTour. Gli americani erano pochi e adesso hanno una squadra anche loro. Tutto si sta globalizzando e quindi ci sono più possibilità per gli altri, ma meno per l’Italia“, ha concluso Pozzato.

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